Sono richiesti i voti favorevoli di 35 consigli di amministrazione, che comprendono sia banche che compagnie assicurative, per approvare il piano di salvataggio di Eurovita. Non si tratta solo dei cinque principali assicuratori, ma anche di tutte le banche che hanno distribuito le polizze della compagnia. Finora, la metà di essi ha già dato il loro consenso, e entro venerdì 30 giugno si richiede un’adesione totale. Oggi, il consiglio di amministrazione di Poste Italiane prenderà la decisione, mentre altre compagnie assicurative e banche si riuniranno per approvare il piano nel corso dei prossimi giorni. L’obiettivo è garantire la sicurezza dei 400.000 clienti di Eurovita, prima della scadenza del congelamento delle polizze stabilito da Ivass.

Si sta procedendo verso la creazione di una nuova società controllata da cinque compagnie assicurative.

Il piano è stato completamente definito e prevede l’avvio di una nuova società per acquisire il portafoglio e i dipendenti della compagnia. Questa nuova società sarà partecipata da Intesa Sanpaolo Vita, Poste Italiane, Generali, Unipol e Allianz, con una ricapitalizzazione di circa 500 milioni di euro. Questa operazione temporanea servirà come ponte fino alla successiva divisione degli asset tra le cinque compagnie, che richiederà più tempo. Nel frattempo, i risparmiatori avranno la sicurezza che le cinque principali compagnie, con la loro solidità finanziaria, subentreranno come controparte nelle loro polizze al posto della instabile Eurovita.

Di seguito viene presentato il piano per le operazioni di riscatto anticipato.

La conciliazione di tanti attori, tra cui numerose banche distributrici coinvolte come Credem, Fineco, Fideuram, Sparkasse, Banca di Piacenza, Banca Popolare di Puglia e Basilicata, Monte dei Paschi di Siena e Iccrea, non è stata affatto semplice. Il nodo più complesso da risolvere riguardava probabilmente i potenziali riscatti anticipati che i clienti potrebbero richiedere una volta che le polizze saranno sbloccate. Per soddisfare tali richieste, le banche distributrici devono predisporre linee di credito e le somme coinvolte sono notevoli: le polizze tradizionali di Eurovita distribuite da soggetti ancora operanti in Italia ammontano a poco meno di 6 miliardi di euro, a cui si aggiungono altri 3 miliardi di polizze “orfane” vendute da soggetti che hanno lasciato l’Italia. Se le compagnie assicurative si sono dichiarate disposte a fare da “garanti” per queste ultime, rimane comunque da coprire i restanti 6 miliardi. Tuttavia, è stato raggiunto un accordo anche per queste situazioni, attraverso una soluzione di mercato, come sottolineato da coloro che hanno lavorato su questo dossier. Lo schema presentato per l’approvazione dei consigli di amministrazione prevede che, entro una certa soglia, saranno le banche distributrici a fornire direttamente le linee di credito, mentre se si supera tale percentuale, interverranno in modo collettivo le banche di maggiori dimensioni. La speranza di tutti è che non sarà necessario attivare tali risorse, poiché i clienti si sentiranno al sicuro con le cinque principali compagnie assicurative, ma è comunque necessario predisporre una rete protettiva.

Si sta considerando la possibilità di posticipare il blocco dei riscatti fino a settembre.

Al fine di attuare il piano di salvataggio, sembra ormai certo che sia necessario estendere di alcuni mesi il blocco dei riscatti deciso da Ivass per evitare prelievi dalle polizze, che scade il venerdì 30 giugno. Al momento, la data più probabile per il rinvio sembra essere fine settembre, ma i dettagli verranno resi noti solo nelle prossime ore, una volta che tutti i consigli di amministrazione avranno dato il loro via libera al grande piano di salvataggio del sistema.