Con l’intento di promuovere una semplificazione dei testi contrattuali nel settore assicurativo, l’IVASS ha tenuto il workshop “La semplificazione nei contratti assicurativi” il 26 giugno, durante il quale sono stati presentati i risultati di una ricerca quantitativa condotta su 30 contratti infortuni di 30 compagnie assicurative, rappresentando circa l’80% della raccolta premi nel settore.

Nell’analisi quantitativa sono stati considerati diversi indicatori, tra cui la lunghezza media dei periodi, la lunghezza media delle parole, la percentuale di parole non appartenenti al vocabolario di base, il numero medio di proposizioni per periodo, la percentuale di proposizioni subordinate e principali, la profondità dell’albero sintattico e la lunghezza delle relazioni di dipendenza.

Questi indicatori sono stati sintetizzati nell’indice Gulpease, che valuta la leggibilità di un testo su una scala da 0 a 100. Si è osservato che le compagnie nel campione analizzato presentano un indice medio di 44,2, il che indica una difficoltà di lettura per persone con una formazione inferiore al liceo.

Nell’analisi qualitativa, sono state considerate variabili come la struttura, la grafica, l’orientamento al cliente, la sintassi e la grammatica, nonché il glossario. È emerso che l’esposizione delle garanzie nei contratti appare complessa sia per la sintassi utilizzata sia per il linguaggio spesso burocratico.

Alcune compagnie hanno suddiviso le garanzie in rubriche per semplificarne la struttura, ma senza una revisione sintattico-lessicale. Il glossario presenta alcune lacune, con termini presenti nel set informativo ma non nel glossario o viceversa, il che può generare confusione nei clienti.

Dal punto di vista grafico, sono state riscontrate alcune problematiche legate all’utilizzo di caratteri ridotti per rispettare le dimensioni massime previste dalla normativa.

Per evidenziare gli elementi importanti, si è fatto ricorso al grassetto, ma la veste grafica varia senza una logica coerente.

Anche l’orientamento al cliente presenta casi di linguaggio poco trasparente, come l’utilizzo di termini stranieri o aggettivi che possono creare una percezione di una maggiore copertura. L’uso di titoli di garanzie in inglese e l’utilizzo di sinonimi per la stessa parola sono altri elementi rilevati.

Per quanto riguarda la sintassi e la grammatica, si sono riscontrati periodi troppo estesi e un ricorso frequente al futuro anziché al presente. Sono ancora presenti formule burocratiche e l’uso di linguaggio negativo.

In conclusione, nonostante gli sforzi per semplificare e rendere chiari i contratti assicurativi, ci sono ancora ampi margini di miglioramento.

L’autorità di vigilanza si aspetta che le compagnie riflettano seriamente sulla necessità di stabilire una relazione chiara tra la chiarezza e la comprensibilità del contratto e il target di clientela.

L’obiettivo è ridurre le asimmetrie informative tra compagnia e cliente, aumentando la fiducia degli assicurati nel settore e colmando il divario di protezione attualmente presente nel Paese.