Si sta valutando l’introduzione di una regola che richiederebbe l’installazione di dispositivi sensoriali per eliminare le zone non visibili.

Ancora una volta si è verificato un tragico incidente: il 22 giugno a Milano, una donna in bicicletta è stata coinvolta in un incidente mortale con un veicolo pesante. (Qui l’articolo del Corriere della Sera) Questo è il quinto caso simile avvenuto negli ultimi otto mesi, solo nella città lombarda. La frequenza di tali incidenti è motivo di preoccupazione e testimonia la sfida della convivenza tra i camion che circolano nelle strade urbane e la mobilità sostenibile, che sta tornando ad avere importanza.

Di conseguenza, si stanno esaminando possibili soluzioni. L’ultima proposta riguarda l’introduzione di una norma che richiederebbe l’obbligo di utilizzare sensori per coprire gli angoli ciechi dei camion e delle betoniere.

Dispositivi di rilevamento per le zone non visibili dei camion

L’area non visibile, nota come angolo cieco, è una porzione del campo visivo che è preclusa al conducente. Anche le automobili presentano angoli ciechi, i quali possono rappresentare un pericolo durante i sorpassi, ad esempio. È comprensibile che veicoli più grandi abbiano angoli ciechi più estesi. Durante una svolta, un ciclista può diventare praticamente “invisibile” e finire coinvolto in un incidente. Questa dinamica sembra aver caratterizzato alcuni dei cinque incidenti accaduti a Milano.

“Gli angoli ciechi rappresentano sicuramente un problema”, ha dichiarato Galeazzo Bignami, viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, a Radio 24 il giorno successivo all’ultimo incidente. Una possibile soluzione potrebbe essere l’utilizzo di sensori simili a quelli utilizzati attualmente per il parcheggio delle vetture. Attualmente, esistono già soluzioni per rilevare gli angoli ciechi, ma la questione è se renderle obbligatorie. Secondo Bignami, questa proposta deve essere seriamente considerata.

Si sta pensando di creare nuove aree sicure per le biciclette

L’interazione tra veicoli pesanti e biciclette sta creando una sovrapposizione di interessi. Da un lato, ci sono i camion, che non sono progettati per la circolazione in città, ma sono necessari per i lavori urbani; dall’altro lato, ci sono le biciclette, che stanno tornando a essere un veicolo ideale per la mobilità urbana.

Milano, come molti altri centri italiani, ha ampliato la sua rete ciclabile, creando nuove corsie o costruendo piste ciclabili. Un simbolo di questa trasformazione, seppur parziale, sono i lavori in corso su Corso Buenos Aires: in una delle strade più trafficate della città, stanno iniziando i lavori per ridurre lo spazio dei parcheggi e aumentare la capacità della pista ciclabile. L’obiettivo è di raggiungere 10.000 ciclisti al giorno.

Tuttavia, la sicurezza rimane un tema cruciale. Dopo aver scartato l’idea di rendere obbligatorio l’uso del casco e un’assicurazione per i ciclisti, si stanno cercando nuove soluzioni per proteggere i ciclisti senza aggiungere nuovi costi e obblighi burocratici.